Le Vincitrici della II Edizione del Premio Pavoncella

 

Donna Stato,per Lo Stato: Giuliana Perrotta(Prefetto di Lecce)

La “prefetta” è donna colta, intelligente, sorridente, affabile, ma non sempre queste caratteristiche preservano i rapporti personali da ostacoli e diffidenze: “Tutti aspettano di coglierti in castagna, almeno così è stato i primi tempi, poi, molto è cambiato credo perché ci siamo conosciuti a vicenda, e la sensazione di distacco e di indifferenza che ho percepito all’inizio è andata via via affievolendosi fino a scomparire e a lasciare il posto alla comprensione reciproca e alla vicinanza”.
Certamente non è stato facile, per una donna, straniera e soprattutto pronta a rompere gli schemi, lei infatti ha inaugurato un nuovo corso nella gestione di una carica istituzionale fino ad allora relegata ad ambiti quasi secondari e sconosciuti dai cittadini.

Ricerca Scientifica: Lucia Mosiello(Ricercatrice-Enea)

Lucia Mosiello ha vinto il premio “Pavoncella alla creatività femminile” nella categoria ricerca scientifica per i suoi studi dedicati alla sicurezza alimentare. il Riconoscimento le è stato assegnato per lo sviluppo di un innovativo prototipo di biosensore, denominato QCM, sensore gravimetrico a cristalli di quarzo, che è in grado di identificare in pochi minuti la presenza negli alimenti delle micotossine, sostanze naturali prodotte da alcune muffe, pericolose per la salute umana.

Giornalismo Internazionale: Rowaida Mroue (Giornalista Attivista libanese(Tunisia))

Fondatrice del Centro internazionale per la risoluzione dei conflitti e della formazione (ITCR), Rowaida Mroue è una giornalista libanese e attivista per i diritti umani. Dopo diversi anni nel settore, ha vinto il Premio Pavoncella Women Creativity in Italia nel giugno 2013.
Il suo Centro internazionale di formazione e risoluzione delle controversie esiste da un pugno di anni. Oggi, Rowaida Mroue, il suo fondatore, lavora, come una colomba, per gestire i conflitti politici del mondo arabo, senza lasciare nulla al caso.
Fondata nel luglio 2010 a Beirut, ITCR è un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro. Riconosciuto dal Ministero degli Interni libanese, il centro è, secondo questa entità, “indipendente, cooperativo e pacifista, interviene nella risoluzione dei conflitti internazionali attraverso la mediazione, la moderazione e l’agevolazione delle procedure di giustizia riparativa” . Per il suo direttore e fondatore, il centro è un’ancora di salvezza destinata principalmente ai rifugiati politici, alle vittime della libertà di espressione e alle minoranze etno-religiose nel mondo arabo. Sostiene anche coloro che sono offesi dalle leggi discriminatorie nel mondo arabo, come le leggi e le tradizioni fallocratiche.

Creatività Femminile:Rosalina Dal Lago (Imprenditrice-Roma)

Accomodarsi su una poltrona, appoggiare i piedi sull’apposito sostegno e lasciare che qualcuno si prenda cura delle proprie scarpe. “Quindici minuti da dedicare a se stessi. Ed è così che a due passi da piazza del Parlamento nella bottega storica di lustrascarpe, fanno la fila politici, dirigenti e persone che tengono al proprio abbigliamento.
E’ quello che si vede entrando nella bottega di Rosalina Dallago, ex modella, che tra scaffali pieni di lucidi e spazzole svolge un mestiere ormai dimenticato e considerato come umile, svolto nel passato dai sciuscià, i ragazzi napoletani che facevano questo mestiere per guadagnarsi da vivere. Ma non per lei che, da ex modella ha avuto sempre la passione per le scarpe e crede che lavorarle sia come restaurare un quadro, “ridonargli splendore è un’opera d’arte” assicura. I suoi attrezzi del mestiere sono lucidi, creme e stracci e tanti segreti, con cui riesce a far tornare all’antica bellezza anche vecchie scarpe.
L’idea nasce a Rosalina nel 2000, quando decide di fare questo mestiere dapprima in una bottega vicino a via Veneto e poi dal 2005 a due passi da Piazza del Parlamento, dove si prende cura delle scarpe dei suoi clienti. Il negozio esisteva dal 1952.
Ora è diventato un luogo accogliente soprannominato “il piccolo Transatlantico”, proprio per la vicinanza con i palazzi del potere, dove ci si incontra ci si saluta e si scambiano quattro chiacchiere.

Sport: Francesca Porcellato(Atleta Para-Olimpionica-Venezia)

“Negli anni Ottanta la disabilità veniva vista come un tabù e chi aveva una disabilità non poteva condurre una vita normale, si pensava, si credeva. […] Tanto che a sei anni, quando mi hanno dato la mia prima carrozzina, c’era la gara del paese, allora avevo chiesto di essere iscritta, mi avevano detto: «Non puoi, sei in carrozzina. Tutti corrono a piedi». Io dicevo: «Vabbè, io corro con la mia carrozzina, non c’è nessun problema». Ma loro avevano già i capelli irti in testa, perché dicevo una cosa impossibile. […] E poi dicevano: «Arriverai ultima». «Non importa, io voglio correre, voglio essere un’atleta». Tanto che un amico di famiglia poi aveva preso una medaglia e me l’aveva portata come regalo perché si era dispiaciuto che non mi avevano fatto correre. Io la rifiutai e dissi: «No, no, io la medaglia la voglio vincere, la voglio vincere con le mie braccia, non la voglio regalata». E poi me ne sono fatta di regali.”

CONTRIBUTO ECONOMICO


Impegno Sociale: Maria Grazia Passeri(Presidente dell’Associazione “Salvamamme-Salvabebè”-Roma

Diecimila famiglie con 20.000 bambini di 100 nazionalità diverse, di cui il 25% italiane, sostenute negli ultimi 10 anni e oltre 3,4 milioni di beni distribuiti, tra vestiario, alimenti, giocattoli, prodotti per l’igiene, materiale di puericultura, carrozzine, passeggini, lettini, con una media di 170 pezzi a bambino, per un totale stimato di 12.000.000 euro.
“La nostra associazione da più di vent’anni assiste migliaia di famiglie con bimbi e ha aiutato concretamente tante donne vittime di violenza nel momento di maggiore fragilità”– ha detto la Presidente di “Salvamamme”, Grazia Passeri – “I romani, gli italiani, si sono dimostrati straordinariamente generosi con donazioni di ogni tipo, ma noi, per andare avanti e sostenere le importanti spese logistiche, abbiamo bisogno di essere supportati economicamente”, è l’appello che ha lanciato.

Gemma Vecchio (Fondatrice di Casa Africa-Roma)

Quante Gemma operano a Roma nell’ambito dell’immigrazione,
in favore degli esuli africani?. Da mesi, da quando gli sbarchi
si moltiplicano nelle sponde del mediterraneo,in Italia,
Gemma non trova pace.
Tutti i giorni opera per le migliaia di rifugiati che arrivano, dall’Eritrea,
dalla Somalia,dalla Siria, dalla Tunisia, senza distinzione di
razza o di religione.
Questi immigrati non sanno dove andare,dove alloggiare, dove dormire.
In piazza indipendenza é quasi un incubo. Lì arrivano in massa,
la maggior parte minorenni, bambini, donne incinta e anche lì
che si ferma il tempo e la corsa di alcuni, sperando di trovare un futuro migliore o proseguire verso l’Europa.
In alcune facce si legge solo sofferenza, paura,disperazione,inquietudine.Nonostante la fame, dormono perfino per terrasui cartoni, sotto la pioggia e l’umidità.L’unico loro momento di relax o di sfogo é quando arriva Gemma
chiamata “mamma-africa”, per calmare un pò gli animi .Lei é forte, dolce con tutti. Molti ricevono da lei un aiutino,la possibiltà di fare una telefonata in Africa, a tizio e caio,in Italia, in Germania, in Svizzera, in Norvegia, in Belgio,in Francia, in Inghilterra, perfino in Australia,per tutto il mondo, per farsi aiutare, per un consiglio, per ricevere un pò di denaro, ecc.
Gemma stà lì a disposizione dalle prime ore del mattino!
Offre da mangiare, bere, vestiti, compra medicine e scarica e ricarica in continuazione schede telefononiche senza sosta.

SEZIONE LETTERARIA


Narrativa: Romana Petri (Autrice de “Figli dello Stesso Padre” ed.Longanesi)

Romana Petri è autrice di vari romanzi e raccolte di racconti con i quali ha vinto numerosi premi. Con Longanesi ha pubblicato, nel 2011, Tutta la vita (TEA, 2013). Le sue opere sono state tradotte in Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Olanda e Portogallo. È editrice e traduttrice e collabora con “Il Messaggero” e il “Corriere della Sera”. Vive tra Roma e Lisbona.
Romana Petri racconta la vicenda dei due “figli dello stesso padre” – fratelli nella profondità delle ossa, ma in tutto il resto assolutamente diversi e spesso contrapposti, – proiettandola sullo sfondo vasto e molteplice di un’intera saga famigliare. Ne sono protagonisti, oltre ai due fratelli, Germano ed Enrico, le due madri, alcuni dei nonni, il padre Giovanni, bizzarro e incostante, e, sia pure di scorcio, le innumerevoli ragazze di cui lui s’innamora e che di lui s’innamorano. La materia, dolente e talvolta persino disperata, ma anche spesso allegra e autoironica, viene rappresentata con enorme delicatezza di sentimenti e una rara sobrietà stilistica e narrativa. Persino lo scioglimento, finalmente positivo dell’antagonistico rapporto, che avrebbe potuto apparire una soluzione di comodo all’intera vicenda, viene risolto con tratti rapidi ed intensi e una grande verità sia psicologica sia umana. Eccellente ovunque l’uso del dialogo. Si tratta, insomma, di un vero romanzo, solido e godibile, scritto con una sapienza letteraria fuori del comune, abbastanza rara oggi al di fuori di questa consolidata tradizione narrativa.

Narrativa:Nada Malanima (Autrice de “La Grande Casa” ed. Bompiani)

Nel suo secondo romanzo, La Grande Casa, la cantante Nada Malanima tenta un intreccio complesso, descrivendo più personaggi femminili i cui destini convergono verso il finale. Diciamo subito che il personaggio meglio riuscito è quello di Gemma, che rappresenta l’alter ego della cantante. In esso, Nada ha trasposto i suoi malesseri derivanti da un successo ottenuto troppo presto. La madre malata di depressione-come già scritto nel precedente Il Mio Cuore Umano- le fughe dallo spettacolo, il ritrovarsi anni più tardi con un pubblico più selezionato e sincero, sono cose che attengono al personale di Nada. La frase riportata nel libro e pronunciata dalla madre, “forse ho fatto male a fare di te una cantante”, fu espressa davvero da sua madre, come la cantante ha rivelato due anni fa a Il Libro Possibile, festival pugliese dell’editoria. Per il resto Nada tenta una critica sociale ai talent show e agli squallidi personaggi che li reclamizzano, allestendo quindi un’ambientazione cupa alla Cime tempestose di Emily Bronte non sempre riuscita. La cosa meno brillante del romanzo è la descrizione della Grande Casa, una specie di comune dove affluiscono le persone più disparate. Nada si immagina vecchia centenaria, nel 2053, incapace di morire di morte naturale , mentre attorno a sé tutto è stato devastato da guerre, epidemie, pestilenze. L’amicizia, l’assistenza di persone che non appartengono strettamente al nucleo familiare, è vista come rimedio alla solitudine. In questo contesto, gli altri personaggi quasi scompaiono, in un affresco a volte molto disordinato che si chiude in un centinaio di pagine, dopo avere affrontato comunque tematiche care all’artista.

Saggistica: Concita De Gregorio (Autrice de “Io Vi Maledico” ed. Einaudi)

Se Concita De Gregorio fosse un supereroe, avrebbe il potere di aggregare la materia, di tenere insieme le cose, di rendere la sabbia mattone e la farina pane, di avvicinare cose apparentemente lontane […]. E con la penna, con la capacità del giornalista di razza di capire come fare le domande e l’orecchio del raccontatore abile, abilissimo di storie, pure aggrega. Perché le storie particolari e concrete diventano, per chi legge, generali e astratte, proprie, familiari, diventano esempi e epilogo di «Un mondo che non è solo povero, è la fine del mondo». E questa capacità di condensazione dipende da un dono che è un dono di ascolto, di capacità di intendere, identificare e stigmatizzare l’aria del tempo. E il tempo è il nostro.
Chiara Valerio, l’Unità

Saggistica:Edgarda Ferri( Autrice de “Klimt. Le donne, l’arte, gli amori” ed. tre lune)

Edgarda Ferri, mantovana, vive e lavora a Milano. Laureata in Giurisprudenza e appassionata di storia, è giornalista professionista dal settembre 1965. Nel 1963 esordisce col romanzo Ci diedero dodici ore, vincitore del premio letterario “La Parrucca”. Diciassette anni dopo scrive Dov’era il padre, una serie di incontri con padri di noti e pericolosi terroristi (Rizzoli 1982, tre edizioni). Nel 1988 si aggiudica il premio “Walter Tobagi” e la medaglia d’oro del premio letterario “Maria Cristina” per il libro Il perdono e la memoria (Rizzoli). Dagli anni Novanta inizia la pubblicazione di una copiosa serie di biografie: di donne famose quali Maria Teresa d’Austria, Giovanna la Pazza, Caterina da Siena, Letizia Bonaparte, Matilde di Canossa, Eloisa, Flavia Giulia Elena; di artisti come Piero della Francesca, di condottieri e architetti come Vespasiano Gonzaga. Tornata ad occuparsi di storia contemporanea, ha raccolto le testimonianze degli ultimi dieci giorni di guerra a Milano, ne “L’alba che aspettavamo” (Mondadori), e la storia sconosciuta di Orlando Orlandi Posti, uno studente romano ucciso alle Fosse Ardeatine, “Uno dei tanti” (Mondadori), ridotta in forma di dialogo e interpretata al Teatro Piccolo Eliseo di Roma da Fabrizio Gifuni e Piera Degli Esposti per la regia di Piero Maccarinelli. Ha pubblicato con la Casa Editrice Tre Lune “Klimt, le donne, l’arte, gli amori”. Nel settembre 2013 ha pubblicato “Il cuoco e i suoi re” (Skira) e nel settembre 2014 ha pubblicato “Guanti bianchi” (Skira).
Ha lavorato al Corriere d’Informazione; in seguito, ha scritto per lungo tempo su Il Corriere della Sera. Collabora al quotidiano La Repubblica.

IL TERRITORIO


Creatività Femminile: Laura di Marzo (Soprano, eccellente espressione del Bel Canto-Roma)

Soprano, nata a Catania, consegue i seguenti titoli di studio:
Titoli di studio in Istituti pubblici:
DIPLOMA MATURITA’ MAGISTRALE – “Istituto Magistrale Giovanni XXIII” di Adrano (CT) – 1992
DIPLOMA DI CANTO al Conservatorio “A. Corelli” di Messina nella classe del M° Antonio Bevacqua – 1996
DIPLOMA ACCADEMICO DI II LIVELLO in discipline musicali ad indirizzo interpretativo-compositivo in Canto sotto la guida del M° Annamaria Balboni, con il massimo dei voti e la lode – Conservatorio “O. Respighi” di Latina (LT) – 2008
CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN VOCOLOGIA ARTISTICA presso l’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, sede di Ravenna – A.A. 2008/09, direttore Giovanni Mazzotti, con prof. Franco Fussi e prof.ssa Silvia Magnani con tesi: “Le possibilità della voce umana. Da Cathy Berberian verso una nuova vocalità”.
Titoli di studio in Istituti privati:
DIPLOMA TRIENNALE presso l’ACCADEMIA INTERNAZIONALE “SPAZIO MUSICA” per cantanti e pianisti accompagnatori in tecnica ed interpretazione vocale del repertorio operistico con il M°Gabriella Ravazzi – Orvieto (TR) – 2000 – 2003
Premi e borse di studio:
DIPLOMA DI MERITO CONCORSO INTERNAZIONALE PER CANTANTI LIRICI Orvieto – 2001
VIII CONCORSO INTERNAZIONALE DI CANTO FINALISTA – Orvieto (TR) 2003
PREMIO SPECIALE NAPOLEONE ANNOVAZZI VOCE VERDIANA – Associazione “Arte e Cultura Teorema” – Roma 2005
PREMIO MIGLIOR INTERPRETE DELL’800 ITALIANO – Associazione “Arte e Cultura Teorema” – Roma 2005
PREMIO SPECIALE “GIACOMO PUCCINI” ROMA 2008 “Migliore interprete pucciniana” – “Associazione Amici della Lirica” di Salerno – Roma 2008
PREMIO ALLA CREATIVITA’ FEMMINILE “Pavoncella” – Premio alla Creatività Musicale – “Associazione ArteOltre”

Creatività Femminile: Donata Carelli (Scrittrice e Sceneggiatrice)

Laureata in Lettere Classiche, insegna Lettere e collabora con vari atenei come docente di Storytelling. Diplomata in Sceneggiatura presso la Nuova Università del Cinema e Televisione (NUCT) di Roma, è stata allieva dello sceneggiatore Ugo Pirro. Iscritta all’ordine dei giornalisti del Lazio, ha scritto di cinema per diverse testate. E’ stata Segretaria del Premio Internazionale di Poesia Circe Sabaudia presieduto da Corrado Calabrò e precedentemente da Mario Luzi. Ha collaborato con registi cinematografici e documentaristi, avviando nelle scuole progetti di linguaggio filmico e sceneggiatura. Nel 2005 ha vinto la XXX Edizione del Premio Fondi La Pastora con il testo teatrale “Bab Arabìe – La porta della Primavera”, rappresentato a Milano presso il Teatro Libero di Corrado D’Elia dalla compagnia “I rabdomanti”.
Nel 2008 il documentario “Soltanto un nome nei titoli di testa” Omaggio ad Ugo Pirro, di cui è co-sceneggiatrice, è stato Evento Speciale alla 65ª Mostra del Cinema di Venezia 2008.
Nel 2011 è stata ospite presso la National Academy Television, Art&Sciences di New York (N.A.T.A.S) alla tavola rotonda “Midmorning Exchange per parlare dei suoi ultimi lavori, “Bab Arabie-The door of the spring” e “2 Euro l’ora” .Nel 2014 è uscito il suo primo libro ”Un barattolo pieno di lucciole” per Guida Editore, intervista che ripercorre la storia d’amore tra Mariarosa Carreri e il celebre cronista mediorientalista Igor Man sullo sfondo dell’ Italia degli anni Cinquanta. Dal romanzo è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale ideato da Silvia Frisina per la Compagnia Opera prima Teatro. Nel 2015 esce il film “Due euro l’ora” , film di interesse culturale nazionale, di cui ha firmato, col regista Andrea D’Ambrosio, la sceneggiatura originale. Prodotto da Achab film e Rai Cinema, il film ha vinto il Bari Film Festival come Miglior regia, il Bronze Zenith Award al Montreal Film Festival; il Gallio Film Festival alla migliore Sceneggiatura originale. Nel 2015 realizza una videointervista dal titolo “Ninfa segreta” sugli intellettuali presenti nel Novecento al giardino di Ninfa, con un importante inedito su Giorgio Bassani.

Imprenditoria Femminile:Monica Macchiusi(Imprenditrice settore caseario-Terracina(LT))

Monica Macchiusi ha il suo laboratorio lungo l’Appia, al km 88,800, e bisogna fare attenzione perché il cartello dell’entrata si nota male venendo da sud (meglio se si proviene da Roma).
Monica Macchiusi è una grande produttrice: il suo unico punto vendita, che è anche spaccio aziendale, è la parte più prossima alla strada di un bel complesso che conta circa 400 bufale.
Monica è, giustamente, orgogliosa della sua azienda: fondata nel 1960 come azienda agricola, ha il caseificio da una decina di anni ed è un esempio di azienda familiare che coltiva con passione la filiera corta, anzi cortissima. Tutto è prodotto in loco, dal foraggio fino al prodotto finito (mozzarelle, ricotte, un primo sale che vale il viaggio). Perfino la corrente elettrica proviene dai pannelli solari ubicati sui capannoni.
Lo spaccio aziendale è tutto al femminile (con la mamma di Monica che mi dice, indicando la figlia sorridendo, “qui la capa è lei!”) con una cortesia notevole che serve a frenare l’afflusso di clienti soprattutto nel periodo estivo.

Imprenditoria Femminile:Lucia Iannotta(Imprenditrice Settore Oleareo-Sonnino (LT))

L’azienda agricola Iannotta Lucia nasce nel 2008 per dare nuova vita a quella che da due generazione era l’attività principale di famiglia: produrre olio extra vergine di oliva. Fino ad allora, l’azienda di famiglia è nata nel 1952, il lavoro si era concentrato sull’estrazione dell’olio in frantoio, non esisteva un marchio Iannotta. Quando le redini sono passate nelle mani di Lucia, tutto è cambiato. La giovane imprenditrice ha affiancato al frantoio anche un imbottigliamento ed ha iniziato a commercializzare a suo nome. Da allora, giorno dopo giorno, il catalogo dell’azienda è cresciuto, prima aromatizzati e patè, poi sott’oli, poi marmellate e sughi, infine altri prodotti sempre legati al mondo olivicolo, sapone e carrube. Tutti i prodotti sono certficati biologici e veganOK.
Grande attenzione è stata posta nell’ammodernamento e nel miglioramento della qualità. Il frantoio è stata completamente rinnovato con strumentazioni all’avanguardia; in campo è stata fatta una scelta molto importante, la conversione al biologico. Attualmente l’azienda sta completando il ciclo transitorio, a partire dalla prossima stagione avrà concluso l’iter di certificazione e potrà commercializzare prodotti biologici.
L’azienda Iannotta segue il prodotto lungo tutta la filiera produttiva, dall’oliveto alla bottiglia. Per i prodotti confezionati a suo marchio (sott’oli, sapone, alcuni patè) ha selezionato con cura fornitori locali che sposano la sua stessa filosofia: la qualità prima di tutto.
Le scelte operate in questi anni hanno prodotto grandi risultati. L’extravergine appare regolarmente con punteggi elevati nelle più importanti guide di settore (Slow food, Gambero Rosso, Flos Olei). Anche nei concorsi ottiene ogni anno piazzamenti di rilievo.
Con i suoi prodotti l’azienda Iannotta vuole condurre il consumatore in un viaggio attraverso la qualità totale, che non si ferma al contenuto delle confezioni. Grande attenzione è posta anche nella scelta dei materiali. Per l’extra vergine ad esempio vengono utilizzate solo bottiglie di vetro speciale schermato e tappi inviolabili. Inoltre anche l’occhio vuole la sua parte, si mangia anche con gli occhi, per tale motivo i dettagli delle confezioni sono particolarmente curati.

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